Due uomini, animati da un’intensa ricerca spirituale, decidono di intraprendere a piedi il pellegrinaggio da Bari a Monte Sant’Angelo, un cammino che unisce due luoghi simbolo della fede cattolica: la Cattedrale di San Nicola e il Santuario di San Michele Arcangelo.

Il punto di partenza, la Basilica di San Nicola, è per loro non solo un luogo di devozione, ma il segno della comunione tra Oriente e Occidente, tra la misericordia del santo taumaturgo e la necessità di affidarsi a una protezione superiore. Qui, i due pellegrini affidano le loro intenzioni: chiedono luce per le scelte della vita, guarigione per le ferite interiori e forza per affrontare le fatiche del cammino, simbolo delle prove quotidiane.

La meta, il sacro monte del Gargano, è carica di significato: San Michele è il difensore nella battaglia spirituale, colui che guida l’anima verso la verità. Giungere lì a piedi è, per loro, un atto di penitenza, di purificazione e di offerta. È l’imitazione di un cammino interiore: faticoso, silenzioso, pieno di domande e a volte di solitudine, ma sempre orientato alla luce.

Questo pellegrinaggio non è turismo né impresa sportiva: è un dialogo con Dio nella fatica del cammino, nella bellezza della creazione, nell’incontro con l’altro. È il segno di un cuore che cerca, che si apre alla grazia, che desidera ardentemente incontrare Dio là dove il cielo ha toccato la terra.

Monte Sant’Angelo diventa così il culmine di un viaggio, ma anche l’inizio di una rinnovata vita nello Spirito.